07.10.2025
Workshop AIECI – Napoli, 27-28 settembre 2025 "Cani in prima pagina"
Il 27 e 28 settembre 2025 si è svolto a Napoli il Workshop annuale di AIECI, che ha riunito una vasta e variegata platea di partecipanti: professionisti del settore, soci AIECI provenienti da tutta Italia, rappresentanti di associazioni (tra cui VIVA, AVEC, ANMVI, ENPA e SISCA), istituzioni, esponenti politici, forze dell’ordine, guardie zoofile, volontari e operatori di canile.
L’evento ha rappresentato un importante momento di confronto e condivisione di ideali e obiettivi comuni. L’intento è quello di costruire una rete solida e collaborativa, una vera e propria task force in cui ogni figura, con le proprie competenze e responsabilità, contribuisca a rendere la cinofilia un settore etico, scientificamente fondato e attento al benessere psicofisico del cane.
Il primo panel – Aggressioni e violenza: un paradigma rovesciato
Il dibattito si è aperto con un approfondimento sulla violenza e il maltrattamento, letti attraverso la prospettiva della zooantropologia della devianza.
Roberta Gaeta, consigliera regionale con delega alle politiche in materia di Benessere Animale, ha illustrato le iniziative e le risorse che la Regione Campania ha messo in campo per contrastare l’incuria e la violenza sugli animali, mentre il sociologo Stefano Bory, docente all’Università Federico II di Napoli, ha offerto una riflessione sul potere dei pregiudizi e sull’importanza di un pensiero “utopico” come motore del cambiamento sociale.
Bory ha distinto il concetto di educare da quelli di istruire e addestrare, sottolineando come l’educazione implichi sempre libertà di scelta e rispetto dell’individualità, anche nella relazione uomo-cane.
Il tenente colonnello Marco Trapuzzano, del Nucleo Carabinieri CITES, ha evidenziato i progressi normativi introdotti dalla legge Brambilla, che ha inasprito le pene per i reati di maltrattamento, rendendole finalmente applicabili. Ha inoltre sottolineato l’importanza della costituzione di parte civile da parte delle associazioni e del valore probatorio di foto e video nelle indagini.
La prof.ssa Danila D’Angelo e il professor Orlando Paciello (vicepresidente FNOVI), docenti presso la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli, hanno illustrato tecniche innovative per comprendere le dinamiche comportamentali che possono sfociare in episodi di aggressione. Infine, Giacomo Riccio, Project Manager dell’Ente Italiano di Normazione (UNI), ha ribadito l’importanza della qualificazione professionale e della certificazione UNI 11790:2020, che rappresenta una reale garanzia di competenza per gli Educatori Cinofili e gli Esperti Cinofili in Area Comportamentale. Tale certificazione, fondata su criteri oggettivi e verificabili, contribuisce a tutelare l’utenza e a valorizzare la professionalità degli operatori del settore.
La stessa Alessandra Chiarcos, presidente di AIECI, ha sottolineato il ruolo fondamentale delle Associazioni professionali, così come individuato dalla Legge 4/2013, quali strumenti di garanzia e trasparenza per il cittadino. Le associazioni, infatti, assicurano la formazione continua obbligatoria, il rispetto del Codice Etico e Deontologico e la presenza di uno Sportello per l’utente, offrendo così ulteriori elementi di tutela e affidabilità.
L’integrazione tra certificazione UNI e appartenenza ad Associazioni professionali riconosciute costituisce dunque un modello virtuoso, che consente di distinguere i professionisti qualificati e certificati, garantendo standard elevati di competenza, aggiornamento e responsabilità verso l’utenza.
Il secondo panel – Canili e rifugi: criticità e strategie operative
Il secondo momento di confronto è stato dedicato alla realtà dei canili e dei rifugi.
I relatori hanno evidenziato la crescente presenza di cani di tipo bull e incroci simili, spesso vittime di adozioni superficiali o “di moda”, incoraggiate dai media e seguite da rinunce di proprietà e/o abbandoni. In alcuni casi, si è segnalata la complicità di veterinari che, su richiesta, rimuovono i microchip.
Tra le proposte emerse, vi è quella di introdurre la sterilizzazione obbligatoria per i cani di proprietà, al fine di limitare le cucciolate domestiche, ritenute una delle principali cause del sovraccarico dei rifugi. Alcuni relatori hanno inoltre sostenuto la necessità di reimmettere sul territorio i cani che possiedono adeguate competenze sociali, come già avviene in alcune aree della Puglia.
È stato poi presentato un progetto coordinato dalla Professoressa Silvana Diverio (Università di Perugia, Comitato Scientifico AIECI) e da Giusy D’Angelo (vicepresidente ENPA), finalizzato alla raccolta di dati sui canili italiani per migliorare il benessere animale, aumentare l’adottabilità dei cani, rafforzare la sicurezza e promuovere la qualificazione del personale.
Giusy D’Angelo ha infine rivolto un appello alle istituzioni affinché vengano destinati fondi pubblici anche a queste strutture, troppo spesso sostenute solo dall’impegno dei volontari. È stata ribadita la necessità di un approccio “olistico”, che garantisca cure veterinarie e comportamentali adeguate, con il contributo di professionisti qualificati.
Il terzo panel – Interazione armonica e Interventi Assistiti con Animali (IAA)
Il terzo panel ha messo in luce come l’Italia, grazie alle proprie Linee Guida nazionali, sia tra i Paesi più avanzati nel campo degli Interventi Assistiti con Animali. Tuttavia, è emersa l’esigenza di ampliare la formazione anche ad altre figure, come l’Istruttore Esperto in IAA, che possa integrare le competenze del coadiutore e del veterinario.
È stato poi presentato il progetto “Quattro Zampe”, attivo presso l’Ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Nato tre anni fa grazie alla visione all’avanguardia del prof. Giuseppe Cinalli, il progetto rappresenta un esempio virtuoso di come le diverse personalità dei cani possano essere valorizzate in base ai bisogni dei bambini assistiti.
La discussione ha evidenziato l’importanza di istituire in ogni ospedale una figura referente adeguatamente formata per coordinare i progetti di IAA. La Dottoressa Laura Contalbrigo, Medico Veterinario del Centro di Referenza Nazionale per gli IAA (IZSVe), ha confermato che il Centro è già impegnato per rendere operativa questa proposta.
Nella sezione poster, sono stati inoltre presentati studi sulla correlazione tra il legame di attaccamento del cane e i livelli di stress durante gli interventi, e ricerche su come migliorare la comunicazione nel colloquio pre-adozione per prevenire conflitti e favorire collaborazioni efficaci.
Il quarto panel – Un sistema cinofilia alla prova
L’ultimo panel, realizzato da AC Lab in collaborazione con ENPA e VIVA, ha affrontato il tema del benessere del cane e della gestione dei soggetti “difficili” o “pericolosi”.
Attraverso l’analisi di casi concreti, è emerso che razza, pedigree o taglia non sono indicatori affidabili della pericolosità di un cane. Piuttosto, le vere criticità riguardano l’uso di metodi di addestramento coercitivi, la mancanza di interventi tempestivi da parte di professionisti competenti e la carenza di strutture idonee per la riabilitazione comportamentale.
Sono stati inoltre evidenziati diversi limiti strutturali del sistema: scarsa diffusione di professionisti certificati EsCAC, assenza di protocolli condivisi per la gestione e la movimentazione dei cani problematici, carenze nella formazione del pubblico e nelle risorse dedicate.
Nel dibattito conclusivo, i partecipanti hanno criticato il nuovo disegno di legge sui “cani pericolosi”, ritenuto lontano dalla realtà operativa, e hanno proposto l’istituzione di un Tavolo Permanente che riunisca professionisti, accademici, associazioni e istituzioni. L’obiettivo è trasformare l’energia e la collaborazione emerse durante il workshop in un percorso concreto e duraturo, capace di coniugare sicurezza pubblica, benessere animale, etica professionale e conoscenze scientifiche.
Conclusioni
Il Workshop AIECI 2025 ha rappresentato un momento di confronto intenso e costruttivo, in cui si è riaffermata la necessità di una visione condivisa e multidisciplinare del mondo cinofilo.
Formazione, competenza, etica e collaborazione sono le parole chiave che delineano il futuro auspicato da tutti i partecipanti: un futuro in cui la relazione uomo-cane sia fondata su scienza, rispetto e responsabilità collettiva.